Oggi a Firenze la giornata di studi dedicata alla residenzialità universitaria.
Al Mayer di Opera Universitaria il premio “Professor Romano del Nord” come migliore residenza universitaria italiana.
Il riconoscimento risale al 2022, ma verrà ufficializzato oggi, alla presenza di esperti del tema della residenzialità che faranno il punto sullo stato dell’arte della ricerca sul tema dell’housing universitario, promossa dal Centro di Ricerca Interuniversitario TESIS del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, con il patrocinio della Società Italiana della Tecnologia dell’Architettura, dell’Ordine degli Architetti di Firenze, del Dipartimento ABC del Politecnico di Milano e del Dipartimento ArCoD del Politecnico di Bari.
La residenza più giovane di Opera Universitaria, completata nel 2017, è stata premiata tra 35 strutture, oggetto di cofinanziamento ministeriale (Legge 338/2000), selezionate da una Commissione ministeriale paritetica, la cui realizzazione si sia distinta per il processo virtuoso di costruzione e per la qualità nelle varie fasi di progettazione, esecuzione e gestione, oltre che per eventuali best practices quali la qualità delle soluzioni progettuali e delle dotazioni strumentali, dei costi di esecuzione e di gestione, delle relazioni generate tra residenza e contesto urbano.
“Come progettisti - afferma l’arch. Massimo Scartezzini di studio BBS - siamo molto contenti e orgogliosi che la residenza Mayer abbia ricevuto questo prestigioso riconoscimento. Crediamo che sia la testimonianza dell’importante lavoro di squadra che è stato fatto, ponendo sempre al centro i temi della qualità architettonica e dell’abitare per gli ospiti della residenza, della sostenibilità e dell’attenzione ad una parte importante della città di Trento del primo Novecento”.
Realizzata interamente con legno proveniente dalla foresta della Magnifica Comunità di Fiemme (pannelli lamellari a strati incrociati di tavole di abete detti cross-lam), la residenza Mayer si caratterizza per la sostenibilità da un punto di vista impiantistico ed energetico (pompa di calore reversibile scambiante con acqua di pozzo che genera potenza termica e frigorifera, energia geotermica per il raffrescamento estivo, raccolta acqua piovana per le utenze interne non potabili, costante monitoraggio dei consumi energetici e idrici), ma anche per la semplicità e il minimalismo degli arredi, realizzati su specifico disegno per permettere agli ospiti di vivere in un luogo eco-friendly, dove si incontrano storie, vite e culture differenti.
La Residenza con i suoi 5 piani, 82 stanze singole, 12 doppie e 7 domotiche (3 per disabilità motorie, 4 per disabilità sensoriale), 9 appartamenti, sale studio, palestre e sale dedicate non solo agli ospiti, può accogliere 130 studenti.
Come dice il direttore di Opera Universitaria Gianni Voltolini: “La Residenza Mayer rappresenta una sintesi della nostra idea di residenzialità in un’ottica di qualità dell’abitare: uno spazio fisico dove i nostri ospiti possano vivere, studiare, fare comunità, dedicarsi allo sport, alla cultura, ma con un occhio attento alla sostenibilità ambientale. Un luogo integrato nella città, che permetta uno scambio virtuoso tra comunità studentesca e comunità locale”.
Nel processo di progettazione-costruzione sono stati coinvolti i seguenti professionisti: progetto architettonico: arch. Massimo Scartezzini (studio BBS) con ing. Arch. Massimo Fattoretti; progetto strutture: prof. ing. Ario Ceccotti con ing. Mauro Croce; progetto energia e impianti: ing. Oscar Nichelatti; sicurezza in esecuzione: arch. Giorgia Gentilini; realizzazione dell’edificio: ATI Collini Spa; direzione Lavori: arch. Ivo Zanella (ITEA spa); sicurezza in progettazione e coordinamento generale: ing. Ivano Gobbi (ITEA spa) con ing. Mauro Nones.
