Il celebre capolavoro dell'arte povera, icona-manifesto dell'era dei consumi, la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto (1967) è diventata quest'anno protagonista di un'affascinante azione artistica, sociale e collettiva che riflette sul tema dei corpi e dei confini.
Partendo dalla sua casa madre, Cittadellarte/Fondazione Pistoletto di Biella e grazie all'iniziativa del progetto Rebirthday Terzo Paradiso, la Venere nel corso di questi ultimi anni ha abbracciato geograficamente tutta la lunghezza del territorio nazionale, debuttando al Museo dell’Altro e dell’Altrove di Roma, approdando a Lampedusa, toccando territori di confine particolarmente feriti e al contempo arricchiti dal fenomeno migratorio ma anche luoghi dimenticati, poveri, periferici. Queste tappe diventano luoghi di approdo, porti sociali in cui la Venere degli Stracci - trasportata, disimballata, allestita - porta azioni, momenti di riflessione, scambio culturale, assumendo metaforicamente sulle proprie spalle il peso di un viaggio ancestrale alla ricerca della libertà.
Fra le memorie raccolte dalla Venere in viaggio vi è in primis la testimonianza di Biella, città natale di Michelangelo Pistoletto e sede di Cittadellarte: un nuovo modello di istituzione artistica che impiega cultura e creatività al servizio di un’evoluzione sociale universale. Dal cuore pulsante di Cittadellarte e grazie al sostegno delle sue ambasciate prendono vita tutte le azioni legate al progetto Terzo Paradiso di Pistoletto. Un progetto artistico di impegno sociale, collettivo e partecipato a favore di un mondo sostenibile e rinnovato. Il Terzo Paradiso, partendo dalla rappresentazione di natura (il primo paradiso) ed artificio (il secondo paradiso artificiale che l’uomo ha voluto costruire con la scienza, la tecnologia, l’arte, la cultura e la politica), rappresenta idealmente la nascita di un nuovo livello di civiltà, in cui l’artificio restituisce vita alla Terra assumendosi la responsabilità di rifondare i principi ed i comportamenti etici.
Il Viaggio della Venere degli stracci e il Terzo Paradiso rappresentano i capitoli fondamentali di questo percorso in atto.
La Venere arriva ora a Bolzano direttamente dal quartiere di S. Antonio delle Gianchette di Ventimiglia, luogo simbolo dell'azione sociale di Don Rito Alvarez, che nel corso del 2017 ha ospitato negli spazi della propria chiesa oltre duemila persone respinte al confine con la Francia. Non un filo rosso dunque lega Ventimiglia e Bolzano, confini-simbolo del fenomeno (e della propaganda) sulla migrazione, bensì un lungo tappeto di colori, stoffe e vestiti, simbolo di pace, unità e speranza.
La Venere degli stracci a Bolzano
In Alto Adige, il progetto della Venere è stato parte di un denso programma di azioni collettive di carattere artistico, culturale e di sensibilizzazione sociale che hanno preceduto il suo arrivo e che l'accompagneranno lungo la permanenza in città. Grazie all'impegno di Manuel Canelles con Spazio5 - artecontemporanea, ambasciata del progetto Terzo Paradiso, e di Nazario Zambaldi con Teatro Pratiko e il progetto META entrambi curatori dell'azione su Bolzano, la Venere ha intrapreso un cammino verso la nostra regione che ha avuto inizio il 21 Dicembre del 2017 con il Rebirthday del Terzo Paradiso celebrato nella storica cornice del vecchio cinema Eden.
Nell'attesa dell'arrivo della scultura a Bolzano, grazie alla collaborazione di partner sociali e istituzionali, è stato avviato nella primavera scorsa il progetto Aspettando Venere, rientrato nella sezione PERCORSI della Piattaforma delle Resistenze Contemporanee grazie al Bando Resistenze 2018 e curato da Teatro Cristallo, Liceo Artistico e delle scienze umane Pascoli, Officine Vispa, che hanno realizzato alcuni appuntamenti per avvicinare il pubblico all'arte contemporanea.
Sempre con il sostegno fondamentale della Provincia Autonoma di Bolzano Cultura Italiana la Venere arriva finalmente presso gli spazi della Libera Università di Bolzano, Facoltà di Design e Arti, grazie anche al supporto di Matteo Moretti con Designformigration.com. Il Centro Trevi Piazza della Cultura sarà lo spazio per conferenze e workshop con collaborazioni a livello nazionale tra cui citiamo: Giorgio De Finis direttore del MACRO, Museo d’arte contemporanea di Roma e MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropolis; Saverio Terruzzi, coordinatore progetto Terzo Paradiso; Anna Pironti e Paola Zanini, Dipartimento Educazione Castello di Rivoli, Torino; Gruppo
Immagine, Trieste; don Rito Alvarez insieme ai volontari dell'esperienza nel quartiere Gianchette di Ventimiglia e infine lo stesso artista Michelangelo Pistoletto atteso il 23 e il 24 settembre anche all’Università e al liceo Pascoli.
Il primo appuntamento è il 3 settembre alle 16.00 con la prova aperta presso la struttura dell'EX Alimarket, centro di prima accoglienza per richiedenti asilo di Bolzano, dove sarà oggetto di una performance artistica a cura del Teatro dell'ospitalità (Teatro Pratiko) attivo da due anni presso il centro. La Venere degli stracci giungerà infatti a Bolzano il 2 Settembre, prima giornata di riprese per il documentario Cantami o Diva.
L’opera viene effettivamente montata ed installata dai responsabili dell’archivio generale di Michelangelo Pistoletto il giorno 4 Settembre 2018 nel cortile interno della Facoltà di Design e Arti dando ufficialmente il via alla serata inaugurale.
OfficineVispa propone una processione simbolica in cui viene ribaltato il concetto di scarto. Come un filo che connette la periferia al centro, un gruppo di abitanti del rione Casanova-Ortles si muove alle 18.30 dagli estremi della città per giungere alle 19.30 davanti all’opera, portando con sé gli scarti da donare alla Venere. Camminare come atto di riappropriazione del territorio di tutti gli esclusi, una comunità in costruzione solidale e attenta al prossimo. Successivamente alle ore 20.00 verrà proiettato Waiting, video che collega l’azione di sviluppo di comunità di OfficineVispa nel quartiere Casanova e della Facoltà di Design e Arti alle immagini del corpo della Venere degli Stracci e del torrente Cervo di Biella che circonda la Fondazione in cui l’opera è conservata.
La Venere come simbolo
“Gli stracci rappresentano il passaggio delle persone dentro tutti questi vestiti, questi vestiti ormai degradati. La Venere, venendo dal passato, come simbolo di bellezza e di speranza, ridà vita, rigenera questi stracci”.
Michelangelo Pistoletto
Attraverso il suo viaggio e il corpo in movimento, la Venere degli stracci indaga, a partire dalla propria stessa migrazione, la sottile relazione fra i confini geografici, mentali, politici e i corpi che attraversano tali confini. E' una voce contemporanea portatrice di memoria che narra le storie di questi luoghi simbolo, condividendo le testimonianze di coloro che hanno vissuto i viaggi, i rifiuti, la privazione della libertà e di chi giorno dopo giorno si impegna in un gesto di accoglienza.
Gli stracci appartengono alla nostra era, quella industriale, quella venale, la contemporaneità dei sistemi ritenuti infallibili finché non svelano la loro intrinseca vulnerabilità. Ecco dunque la montagna di stracci trasformarsi in un cumulo di abiti dismessi, che sono stati abitati da corpi in transito, che fuggono, approdano, vivono e muoiono lasciando sulle braccia della bella dea tutto il peso del loro viaggio.
Il sensuale corpo nudo che Pistoletto scelse per la sua opera manifesto è la copia in finto marmo - una Venere da giardino - della Venere neoclassica di Bertel Thorvalsen, che rappresenta Afrodite con in mano il frutto della discordia donatogli da Paride come simbolo della sua insuperabile bellezza.
L’opera di Pistoletto costituisce una provocatoria reinterpretazione dell'originale in veste di “orgogliosa copia” che vuole sfidare le sicurezze dell'arte classica affondando letteralmente le braccia nell'era moderna, l'epoca della riproducibilità tecnica, dove gli stracci e il corpo nudo della statua diventano entrambi riproduzione in serie, compromettendo per sempre l'unicità e il valore assoluto del canone classico.
Grazie a questo viaggio, la Venere ha potuto estendere il suo originale significato rivoluzionario a quello simbolico di nuova bandiera sociale: da corpo ideale a corpo sociale, la bella dea vincitrice della mela scende dall'Olimpo dorato per immergersi nella natura transitoria della nostra attualità e conferire dignità ad un cumulo di materia logora. Attraverso il viaggio essa si costituisce come strumento di riflessione, di sensibilizzazione, messaggera di pace e testimonianza di una realtà di frontiera costruita su confini culturali invalicabili.
Il suo messaggio è quello della rinascita possibile, del buono si accosta al bello e dell'arte che può raggiungere chiunque; regge sulle sue esili braccia il peso enorme di un sistema che non funziona e voltandosi verso di noi sembra esclamare: ”quale bellezza?”
Installazione dell'opera
L’opera situata al centro del cortile sarà visibile ad ogni ora del giorno e della notte anche dall'esterno. Questa visione dall’alto ricorda i passaggi pedonali che ricoprono le rovine antiche e attiva un rapporto visivo ambiguo tra le dimensioni dell’opera, alta circa 3 metri e le persone che quotidianamente attraversando lo spazio di lavoro accostandosi ad essa.
Il motivo principale che ha determinato la scelta di questo spazio risiede nel tentativo di allacciare il corpo ideale e simbolico dell’opera alla pratica del lavoro quotidiano, annullando visivamente la distanza tra natura (ciò che è reale) e metafora (ciò che è rappresentazione), sollevando la questione se oggi abbia ancora senso l’arte come simbolo nell'eterno dibattito sulle arti contemporanee.
Le date in programma nella scheda di Teatro Pratiko
Informazioni e programma:
veneredeglistraccibz.com