Alessandro Scarlatti (1660-1725): Passio secundum Joannem (1680)
Labirinti Armonici / Maximiliano Texeira Danta – Controtenore (Testo); Davide Benetti – Basso (Gesù); Alessandro Simonato – Controtenore (Pilato); Maria Clara Maiztegui – Soprano (Ancilla); Mauro Cristelli – Tenore (Pietro).
Andrea Ferroni – violino; Josef Höhn – violino; Chiara Sartorato – violetta; Paolo Zuccheri – viola da gamba; Francesco Maria Cataldo – violone; Pietro Prosser – tiorba; Alberto Maron – cembalo-organo
Durata 60 minuti
In occasione dell’anno scarlattiano (300 anni dalla morte), Labirinti armonici, guidati dal violinista Andrea Ferroni, propone questa Passione.
La Passione di Scarlatti è una testimonianza della potenza della musica nel raccontare storie universali. L’interpretazione della “Passio secundum Joannem”, di cui esistono a Napoli due manoscritti del compositore facendo presumerne l’origine partenopea, è un affresco musicale, dove ogni nota e ogni voce contribuiscono a comporre un’immagine ricca di significato. In essa convivono elementi arcaici e tradizionali che testimoniano la transizione dalla monodia gregoriana alla polifonia di Scarlatti, arricchita di vocalizzi suggestivi che creano un’atmosfera di intensa spiritualità che trascende il tempo.
Questa “Passio secundum Joannem”, composta attorno al 1680 realizza, sia sul piano formale sia su quello musicale, una sintesi geniale di elementi arcaici e tradizionali. Il carattere liturgico della monodia gregoriana trova alla fine del XVII secolo un adeguato e soddisfacente equivalente nello stile recitativo creato da Monteverdi all’inizio del XVII secolo. Questo stile in Scarlatti si arricchisce di vocalizzi suggestivi, figurativi, come per esempio quello che rievoca il canto del gallo al momento del rinnegamento di San Pietro. Numerosi passaggi poi sono trattati in “arioso”, cioè come recitativo melodico (“Consumatum est”). In alcuni punti per altro è da notare il ricordo dell’intonazione gregoriana. Ma, più ancora, appare evidente che Scarlatti ha dato all’opera una coerente unità tematica, sicché tutta la Passione nasce da una serie ininterrotta di variazioni sulle prime misure dell’Introduzione, cioè sull’enunciato liturgico “Passio Domini nostri Jesu Christi secundum Joannem” trattata come un arioso indipendente dal testo della Passione. Scarlatti rivela una sorprendente ricchezza di invenzione degli elementi che compongono questo tema: il ritmo puntato sarà il principio stesso della dinamica del discorso. La successione discendente delle note della prima misura contraddistinguerà ogni momento di deplorazione e si tingerà di doloroso cromatismo, mentre certi intervalli melodici torneranno di frequente.
Da notare anche che Scarlatti usa sistematicamente inversioni o moti contrari sotto le parole di Cristo, quasi a simboleggiare che la natura Divina non può parlare come gli uomini che lo condannano. Sembrerebbe che questa opera si arresti, incompiuta sulla citazione “Videbunt in quem transfixerunt” (vedranno chi hanno trafitto) ma in realtà il ritorno dell’introduzione del tema fondamentale sotto tali parole nasconde una intenzione esplicativa. È come se Scarlatti avesse voluto sottolineare l’elemento profetico di speranza : tutto non finisce nell’oscurità della tomba; per questo non musicò la fine del recitativo dell’Evangelista. Sebbene venga classificata come una Passione-Oratorio, la “Passio secundum Joannem” è una passione drammatica nella misura in cui l’elemento polifonico è riservato alla “turba “. Inoltre le modificazioni di tonalità che intervengono in casi precisi all’interno delle due tonalità principali (mi minore fa diesis maggiore) nonché i correlativi cambiamenti di tempo (per esempio i movimenti larghi sono sempre riservati agli interventi di Cristo) testimoniano ancora l’aderenza dell’opera alla tradizione.
La parte strumentale comprende due violini, una “violetta” e il basso continuo realizzato ora al clavicembalo ora all’organo (soprattutto per gli interventi di Cristo). Il ruolo recitante dell’Evangelista è affidato a un contraltista, quello del Cristo, a un basso, mentre gli interventi profani (Guardie, Pilato, il Grande Sacerdote) sono affidati da Scarlatti a solisti della “turba”.
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Evento segnalato da Labirinti Armonici