Il primo maggio 1955 sette corriere partono da Verona alla volta del Trentino. Agsm, l’Azienda Municipalizzata veronese, che già si occupava dell’acquedotto, della fornitura di elettricità e gas, voleva portare il proprio personale in Vallarsa, nella zona tra Piano e Speccheri. Una festa aziendale per celebrare l’inizio del loro progetto più ambizioso: la creazione di un grande impianto idroelettrico. Dopo la messa e i discorsi ufficiali, vengono fatte saltare le prime mine, che danno idealmente avvio al cantiere. Il promotore e poi direttore di questa iniziativa era un giovane ingegnere, Giuseppe Zanella, che aveva ipotizzato questa struttura di massima: creare un grande bacino artificiale in Vallarsa, derivandone poi le acque verso la valle dell’Adige. Nella zona di Ala sarebbe sorta una centrale che avrebbe dunque portato l’elettricità verso la città di Verona. Il progetto venne in sostanza seguito: nella zona di Speccheri sorse la diga che, con la sua ragguardevole altezza di oltre 156 m, raccoglie 10 milioni di metri cubi d’acqua. Una galleria di derivazione di circa 8.7 km porta l’acqua alla condotta forzata, dove compie un salto di circa 650 m per azionare le turbine della Centrale, situata nella località di Maso Corona. I lavori, non ostante alcune battute d’arresto, procedettero spediti tanto che entro il 1958 l’impianto entrò in piena attività. Sguardo privilegiato sui luoghi del cantiere fu quello dello Studio fotografico Fratelli Pedrotti che ne testimoniò lo sviluppo: i fratelli, chiamati dall’Azienda a eseguire una campagna documentaria, realizzarono delle immagini nitide e affascinanti, che ancor oggi sono conservate presso l’Archivio Storico di Agsm Verona.
La mostra è organizzata all'interno del festival "Tra le rocce e il cielo" e sarà itinerante; nei prossimi mesi sarà allestita presso Le Gallerie di Piedicastello a Trento e presso gli spazi della società AGSM di Verona.
Evento segnalato da Fondazione Museo storico del Trentino