Teatro Antropocene

Evento segnalato da MUSE - Museo delle Scienze
- (Immagine da locandina/Photo: The Coral Mine Series, T. Hegen)
- (Immagine da locandina/Photo: The Coral Mine Series, T. Hegen)
Data: da Mar. 24 a Gio. 26 settembre 2024
Dove: MUSE, Corso del lavoro e della scienza, Trento
Note: Gratuito su prenotazione

L’Antropocene raccontato attraverso il teatro

Il museo si trasforma in un palcoscenico inedito. Tre spettacoli rappresentano le tematiche urgenti della contemporaneità e indagano il rapporto tra natura e umanità attraverso letture, teatro e danza.
Rassegna a cura di MUSE con la direzione artistica di Andrea Brunello, Arditodesìo.

Programma:

Martedì 24 settembre 2024 alle 20.30 e 22.00
Giardino MUSE
Frankenstein reading session
Con Filippo Andreatta / Produzione Office for Human Theatre.
Nel cuore del romanzo di Mary Shelley, l’incontro tra Frankenstein e la sua creatura dà vita a pagine ricche di pathos, che spesso però non vengono annoverate tra i passaggi più conosciuti della storia: sul Monte Bianco, davanti a un piccolo fuoco, la creatura si espone, prende parola e racconta del lungo apprendimento del linguaggio, del mondo, di se stesso.
La reading session appare come una forma primigenia: ancor prima dello spettacolo – o accanto ad esso – la lettura collettiva ad alta voce dei brani del romanzo attiva il libro della sua possibilità di incontro e genera uno spazio informale in cui condividere parti del testo spesso escluse dall’immaginario comune e rivela la scia della ricerca artistica di OHT.
In caso di maltempo lo spettacolo si terrà all’interno del museo.

Mercoledì 25 settembre 2024 alle 20.30 e 22.00
Sala conferenze
Strada maestra
Dal progetto di ricerca “Terramadre”
NARDINOCCHI/MATCOVICH

Di e con Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich. Scena Bruno Soriato e Giuseppe Frisino. Sound design Dario Costa. Light design Dario Costa. Foto Simone Galli. Produzione Florian Metateatro. Con il supporto di Sementerie Artistiche, Ass. Ippocampo, Ferrara OFF, Laagam-ORA | IntercettAzioni Centro di Residenza della Lombardia, Teatri di Vita, Elsinor / Teatro Cantiere Florida, TRAC – Centro di Residenza Pugliese, Theatron 2.0. Progetto vincitore Bando CURA 2023, Life is Live – un progetto di Smart e Fondazione Cariplo, Bando Verdecoprente 2022, Bando OFFline 2023. Progetto finalista Premio Cantiere Risonanze 2022.
Esiste un patto tra noi e la natura? Riusciamo ad osservarla? È ancora un nostro interlocutore? Noi siamo città o natura? Strada maestra è il racconto di un progetto di ricerca durato circa un anno, grazie al quale l’attrice/autrice e l’attore/autore hanno esplorato diversi territori e incontrato molteplici umanità che vivono e lavorano a stretto contatto con la natura. Questo viaggio aveva un unico obiettivo: osservare il mondo da una prospettiva oggettiva, senza l’io e senza giudizio.

Giovedì 26 settembre 2024 alle 20.30
Big Void, piano -1
La notte è il mio giorno preferito
Annamaria Ajmone

Produzione OrienteOccidente. Di e con Annamaria Ajmone.
Lo spettacolo è immaginato e realizzato in collaborazione con Natália Trejbalová (artista visiva), Stella Succi (ricercatrice), Giulia Pastore (light designer), Jules Goldsmith (costumista), Flora Yin-Wong (sound artist). Produzione Associazione L’Altra. Coproduzione FOG Triennale Milano Performing Arts, Fondazione del Teatro Grande di Brescia, Torinodanza, Fondazione I Teatri Reggio Emilia \ Festival Aperto, Lac Lugano Arte e Cultura, Azienda Speciale Palaexpo – Mattatoio | Progetto Prendersi cura. Con il sostegno di Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni e di Fondazione CR Firenze, Oriente Occidente, far° festival des arts vivants Nyon. Artista Associata Triennale Teatro Milano 2021-2024. Compagnia finanziata da MiC – Ministero della cultura.

La notte è il mio giorno preferito è una riflessione sul rapporto con l’Altro attraverso una meditazione sugli animali e sugli ecosistemi in cui vivono.
L’animale e il vegetale, l’organico e l’inorganico si fondono nello spazio oscuro della foresta notturna; frane e richiami irrompono spezzandone la quiete. Segnali e strumenti percettivi misteriosi, ispirati a diverse specie, ne costituiscono il tessuto connettivo. Una foresta né vergine né idealizzata, ma tecnonaturale, che include e trasforma i segni lasciati dai propri abitanti.
Il titolo, tratto dall’omonima lettera di Emily Dickinson, si riferisce al buio come spazio della presenza assentata dell’animale, come luogo dell’intuizione e dell’incontro con l’Altro.

Informazioni:
https://www.muse.it


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