Kurt Rosenwinkel (chitarra, electronics), Tim Motzer (chitarra, electronics), Gintas Janusonis (batteria).
Kurt Rosenwinkel, oggi quarantacinquenne, si è fatto conoscere e apprezzare con la collaborazione nella Electric Bebop Band del batterista Paul Motian, iniziata nel 1992, quando il chitarrista era appena ventiduenne, e proseguita fino alla soglia del 2000. Quell’esperienza, che vedeva la sua chitarra affiancata a quella di Brad Shepik, fu fondamentale per scandagliare con piglio originale un repertorio di grandi classici, da Bud Powell a Dizzy Gillespie, Charlie Parker, Thelonious Monk. Dopo ulteriori collaborazioni al fianco di Joe Henderson, Gary Burton, Brad Mehldau e Joshua Redman, Rosenwinkel ha iniziato a produrre progetti propri, giungendo ad affermarsi come uno dei musicisti più interessanti della scena contemporanea, chitarrista di riferimento della propria generazione.
Nel 1996 pubblicò il primo album a proprio nome, “East Coast Love Affair”, in trio con Avishai Cohen al contrabbasso e Jorge Rossy alla batteria. Ma sarà con “Deep Song”, pubblicato nel 2005 dalla Verve, che la stella del chitarrista si impone a livello internazionale, mettendo in evidenza il suo stile versatile, distinto da un forte impulso melodico e da un originale temperamento armonico, attento alle innovazioni del rock e dello hip-hop.
Questo nuovo capitolo denominato Bandit 65 è stato pubblicato su Cd nel 2014 e rappresenta una immersione significativa nell’elettronica e nel rock sperimentale. Affianca a Rosenwinkel la chitarra di un altro solista molto celebrato, già collaboratore di artisti come David Sylvian, Jamaaladeen Tacuma, Pat Mastelotto dei King Crimson. L’operazione è così descritta da Rosenwinkel: “Un paesaggio sperimentale di libera improvvisazione, un colosso groove psichedelico con strutture multidirezionali”.