Diego Mazzonelli, Giovanna Bonenti, Luca Marignoni.
Curatori: Gabriele Lorenzoni e Federico Mazzonelli.
Inaugurazione: domenica 13 ottobre 2024 ore 11.30 / Apertura mostra sabato 12 ottobre 2024 in occasione della Giornata del Contemporaneo con ingresso gratuito tutto il giorno.
“Le figure astratte non sono il contrario della realtà che ci circonda, ma ne sono il risvolto e la profondità” (Giovanni Maria Accame, 2001).
La mostra prende in prestito l’espressione ossimorica “Figure astratte”, coniata dallo storico dell’arte e docente Giovanni Maria Accame, per individuare la direzione verso cui la mostra odierna tende, ovvero sottolineare continuità e attualità dei linguaggi astratti. La mostra, che si compone in realtà di tre distinti focus espositivi dedicati a Diego Mazzonelli, Giovanna Bonenti e Luca Marignoni, è sia una riflessione sulle attuali esperienze dell’arte aniconica, sia un’indagine sulle problematiche, sulle complessità e sulle occasioni di conoscenza che questo linguaggio propone. L’intento curatoriale, lungi dal voler imporre punti di vista preconcetti, mira a stabilire un dialogo più attento, anche inedito, con le “figure” proposte da questi artisti: figure disancorate dal mondo reale, appartenenti a una dinamica creativa complessa, a più dimensioni, sollecitate dalle attuali strategie conoscitive che affermano la pluralità delle direzioni e il loro continuo incrociarsi. Nel contempo, però, le “figure astratte” ci sono familiari, possono metterci a nostro agio, stimolano il nostro pensiero laterale, la nostra capacità di guardare oltre. L’astrazione vanta una tradizione più che secolare, che la rende ormai un’opzione classica dell’arte contemporanea. Continuare a interrogarsi sul suo statuto ontologico, sul suo impatto sul pensiero contemporaneo e sulla sua attualità (o inattualità) non è un mero esercizio intellettuale, ma una funzione necessaria per immaginare una crescita culturale collettiva.
Occasione per questa riflessione è il decimo anniversario dalla morte dell’artista, pensatore e promotore culturale Diego Mazzonelli (Terlago di Trento, 1943 – Trento, 2014), figura centrale nella cultura trentina e italiana a partire dalla metà degli anni Settanta. Laureato in Filosofia presso la Facoltà di lettere e Filosofia dell’Università Statale di Milano, coltiva interessi che spaziano dal teatro d’avanguardia alla poesia, alla pittura e alla filosofia dell’arte. La concezione di un’opera d’arte rigorosamente aniconica, interpretata come oggetto che si risolve nella sua dimensione visiva, priva di ripercussioni emotive, si rivela un’operazione artistica profondamente incisiva nell’ambiente trentino. È uno dei fondatori, assieme agli artisti Luigi Senesi, Aldo Schmid, Mauro Cappelletti, Gianni Pellegrini e Giuseppe Wenter Marini, nonché teorico, dell’unico movimento artistico d’avanguardia nel Trentino del secondo dopoguerra, Astrazione Oggettiva, fondato nel 1976, che trova riscontri nella scena italiana della cosiddetta “Pittura concreta”. Fino alla metà degli anni Ottanta il suo lavoro è coerente alla definizione di un metodo artistico dove razionalità, misura ed equilibrio sono sia strumenti operativi che soggetti del quadro. A partire dagli anni Novanta presenta opere in cui la musicalità delle vibrazioni cromatiche si sostituisce alla ‘perfezione’ delle forme perseguita fino a quel momento; nascono i cicli Paesaggi di memoria e successivamente alcune serie, come Liberty e Fragonard, ispirate al decorativismo del Settecento e delle Secessioni tardo ottocentesche. La mostra ripercorre le tappe salienti della carriera dell’artista, grazie all’esposizione di opere provenienti dall’Archivio Mazzonelli.
La proposta culturale ed espositiva si completa con la presenza di una e un artista di generazione seguente, ugualmente impegnati sul fronte dell’arte astratta: due distinti focus espositivi, uno ospitato presso Sala della Colonna e uno al piano nobile del Palazzo, vedono come protagonisti le ricerche di Giovanna Bonenti e Luca Marignoni. La prima, pittrice che si muove sul versante astratto/informale con una pittura lirica, a tratti poetica, è originaria delle Valli Giudicarie e si è formata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, entrando a far parte della grande tradizione della pittura timbrica, inventata dai maestri veneziani del XVI secolo. Il secondo è uno scultore anch’esso attivo sul versante astratto: di origini nonese, Marignoni si è formato a Venezia, alternando frequenti permanenze nelle montagne trentine, dalle quali ricava stimoli formali, materiali e sensibilità. Fra i tre nasce un inedito e avvincente confronto trans-generazionale, che contamina e pone in risonanza (o in contrasto) scelte tematiche, esecutive e medialità, pur nella continuità del linguaggio astratto, con il fine di rendere la mostra luogo della vita e del confronto e non luogo meramente espositivo, interpretando così la sensibilità di Diego Mazzonelli, instancabile conoscitore, divulgatore e promotore di linguaggi artistici eterogenei.
Informazioni complete:
www.comune.cles.tn.it / www.visitcles.it
Evento segnalato da Comune di Cles