Maurizio Scudiero, curatore dell’Archivio Depero e i Tipografi volontari del Laboratorio Arte Grafica della Tartarotti presentano la stampa d'arte realizzata a mano.
La stampa riproduce una pagina del libro Depero futurista (1927) di Fortunato Depero, che altro non è che il celebre “libro imbullonato”, una rivoluzione del concetto di libro come oggetto d'arte.
La composizione della stampa è stata eseguita dai tipografi seguendo la lavorazione di un secolo fa, utilizzando la stessa macchina tipografica piano-cilindrica Urania del 1909, usata da Depero per l’edizione del libro.
“Stampato nel 1927 presso la Tipografia Mercurio di Rovereto, Depero futurista, meglio noto come imbullonato per via della legatura ideata da Fedele Azari (che del libro fu anche l’editore), costituita da due grossi bulloni, è una summa auto-promozionale del percorso artistico di Fortunato Depero fino a quell’anno. L’interno non è certo meno sperimentale dell’esterno: le 234 pagine sono di vario spessore e di vari colori, mentre i testi -che presentano per capitoli-manifesto il pensiero di Depero, dalla necessità di auto-réclame all’architettura pubblicitaria- tradiscono le regole del buon comporre tipografico per abbandonarsi a virtuosismi compositivi assolutamente inusitati. Il volume, multimediale ante litteram, viene così definito nelle pagine interne “MECCANICO, imbullonato come un motore; PERICOLOSO, può costituire un’arma-proiettile; INCLASSIFICABILE, non si può collocare in libreria tra gli altri volumi. È quindi anche nella sua forma esteriore originale, invadente, assillante, come Depero e la sua arte”.
Sebbene Depero desiderasse una tiratura di 2000 copie, ne vennero stampate solamente la metà, molte delle quali rimasero comunque invendute se nel 1932 il settimanale “Futurismo” pubblicava la pubblicità di un “pacco futurista per sole 50 lire”, comprendente l’imbullonato (che 5 anni prima costava da solo 100 lire), la rivista “Saggio futurista 1932” e il Numero Unico Futurista Campari. Di queste mille copie un ristretto numero (10, secondo quanto si apprende da una lettera di Azari) presenta una copertina metallica che risalta maggiormente lo spirito meccanico-futurista dell’opera.”
tratto da:
Duccio Dogheria, La tipografia del Mago, Rovereto, Biblioteca civica, 2009
Informazioni complete:
www.bibliotecacivica.rovereto.tn.it
