Incontro con Donatella Di Pietrantonio, scrittrice e vincitrice del "Premio Strega"
Siamo fragili sempre: da genitori e da figli, da giovani e da anziani. Ma se il nostro essere umani si esprime nella fragilità, perché continuare a inseguire miti aggressivi come quello della forza e della vittoria?
Non esiste un’età senza paura. Siamo fragili sempre: da genitori e da figli, da giovani e da anziani.
E allora perché negare questa fragilità, perché combatterla, perché nasconderla fino a vergognarsene e a farne un problema paralizzante? Entrando e uscendo dalle pagine del suo ultimo acclamatissimo romanzo “L’età fragile”, Donatella Di Pietrantonio, una delle voci più apprezzate della letteratura contemporanea, ci richiama all’importanza di descrivere e raccontare il dolore che si accompagna alla vita, riconoscendo nella fragilità la radice della nostra comune umanità. Se la cifra fondamentale dell’umano che ci accomuna è questa, anziché inseguire miti di sicurezza, forza e vittoria non potremmo forse immaginare il futuro a partire da parole “fragili”, come accoglienza, empatia e cura?
DONATELLA DI PIETRANTONIO
«Le parole sono energia». Di professione dentista nella provincia abruzzese per tanti anni, Donatella Di Pietrantonio ha incontrato un grandissimo successo con L’Arminuta (Einaudi 2017), tradotto in più di 30 paesi e vincitore del Premio Campiello. Profonda indagatrice dell’animo femminile, l’ultimo romanzo L’età fragile (Einaudi 2023), vincitore del Premio Strega 2024, mette al centro della narrazione la forza della vulnerabilità.
Informazioni:
www.degasperitn.it