Francesco Vidotto nasce a Treviso il due agosto del 1976 e questo è già molto.
Cresce in famiglia, a stretto contatto con i genitori ed i nonni materni, dividendo il suo tempo tra Conegliano e Tai di Cadore.
Trascorre tutti i pomeriggi a suonare il blues con la sua chitarra acustica Yamaha e con l’elettrica Gibson Es-335 – (Lucille).
Vuole vivere di musica e spesso le persone che lo vedono ciondolare in città con i capelli lunghi e il giubbotto di pelle scuotono la teste. Lui sorride. Si avvicina alla narrativa per caso quando, un caldo pomeriggio di primavera, legge l’operetta morale di Giacomo Leopardi: “dialogo della Natura e di un Islandese”.Il romanzo diviene per lui un’isola lontana: l’Isola che c’è.
Spinto dalle circostanze si iscrive alla facoltà di Economia e Commercio presso l’università Ca’ Foscari. Porta a termine il corso di laurea in quattro anni facendo il pendolare tra Conegliano e Venezia.Prima è assunto dalla società di revisione di bilancio Deloitte and Touche Spa e vi rimane fino a ricoprire la posizione di “Senior”, poi è titolare di una società di consulenza d’azienda di Treviso che vende nel marzo del 2010.
Da allora smette di lavorare a tempo pieno e si trasferisce stabilmente a Tai di Cadore, nella casa dei nonni dedicandosi prevalentemente alla scrittura.
Nel 2005 il casuale incontro con il famoso regista Italiano, Pupi Avati, lo porta a decidere di pubblicare Il selvaggio. Subito dopo Il selvaggio pubblica: Signore delle Cime – Carabba 2007, Siro – Minerva 2011, Zoe – Minerva 2012 e Oceano – Minerva 2014.