Giorno della Memoria - Spettacolo teatrale "Essere bambini a TEREZÍN. “E’ NOSTRO AMICO, E PUO’ GIOCARE CON NOI” (Emil Saudek)"
Lo spettacolo realizzato per la “Giornata della memoria” esplora nuovamente il tema della vita nel campo di Terezín, e lo fa raccontando un episodio particolare accaduto nel 1944: le 55 repliche dell’operetta ‘Brundibàr’ suonata e cantata dai prigionieri del campo. Perché qui e non altrove?
Nel campo di Terezín sono transitati e hanno perso la vita più di centomila prigionieri e tra loro tanti e tanti bambini. In occasione dell’unica visita all’interno di un campo di concentramento concessa ad una delegazione della Croce Rossa Internazionale nel giugno 1944, Terezín fu rimessa a nuovo e i prigionieri trasformati in “abitanti” di una qualsiasi tradizionale cittadina tedesca. I delegati ne furono soddisfatti: non sapevano che la maggior parte di quello che avevano visto era pura finzione, una ricostruzione a loro uso e consumo da riportare poi all’esterno.
In occasione della visita si tenne una rappresentazione speciale di ‘Brundibàr’ e nel settembre dello stesso anno venne ripresa per un film di propaganda nazista.
L’operetta era stata scritta nel 1938 da due musicisti, Hans Krása e Adolf Hoffmeister. Il 23 settembre 1943 ebbe luogo la prima rappresentazione di ‘Brundibár’. Fino al settembre 1944, lo spettacolo fu rappresentato ben 55 volte: in quel mese si tenne l'ultima rappresentazione dell'opera a Terezín. Nelle settimane successive, la maggior parte degli interpreti e degli spettatori di quelle rappresentazioni furono deportati e morirono ad Auschwitz.
La trama dell'opera è semplice: i protagonisti, Aninka e Pepicek, fratello e sorella orfani, devono procurare del latte per guarire la loro madre malata. I bambini sono disperati perché sono poveri e per racimolare qualche soldo decidono di cantare nella piazza del mercato ma Brundibár, il malvagio suonatore d'organetto, li caccia via. I due fratelli, aiutati da tanti amici, riusciranno a mandare via Brundibár, e a raccogliere i soldi necessari per curare la madre.
L’opera contiene molti simbolismi relativi alla condizione degli ebrei durante il regime nazista: richiama i bambini a non lasciarsi impaurire e a trovare la forza per unirsi, provare a sopravvivere e anche, forse, per ribellarsi alla violenza.
Drammaturgia Laboratorio di storia di Rovereto / regia Michele Comite / In scena Collettivo Clochart, Coro S.Ilario, Minicoro di Rovereto, Francesca Aste e Rossana Caldini.
Informazioni complete:
https://www.comune.rovereto.tn.it
Evento segnalato da Comune di Rovereto