Regione Piemonte, Provincia Autonoma di Trento / Di Gianni Lucini ed Eleonora Pizzoccheri / Con Guido Tonetti, Eleonora Pizzoccheri, Gaia Magni, Mirko Cherchi e Francesco Barbaglia / Regia di Pierpaolo Sepe.
Dante, Inferno, canto XXVIII: «Or dì a fra Dolcin dunque che s’armi, tu che forse vedra’ il sole in breve, s’ello non vuol qui tosto seguitarmi, sì di vivanda, che stretta di neve, non rechi la vittoria al Noarese.»
Anno 1307: fra dolcino, che la chiesa di quel tempo vedeva come il “diavolo eretico” e guida della setta degli Apostolici, insieme alla sua fedele compagna margherita da Trento e ai pochi rimasti vivi con lui, sono appena stati sconfitti dalle truppe inviate dal Papa Clemente V. la loro lunga marcia spirituale, da Parma, dove tutto ebbe inizio, attraverso parte dell’emilia, del Trentino e della lombardia, si è conclusa sul monte rubello dopo un estremo tentativo di resistere sotto la Parete Calva in Valsesia. Avevano trovato ospitalità, comprensione e aiuto fra i monti di quella valle, ma non si può dimenticare che, contro gli Apostolici, era stata bandita una vera e propria crociata: tutti dovevano morire secondo l’ordine del potere ecclesiastico e dell’Inquisizione. È una drammatica notte di stenti e fatica quella nella quale margherita da Trento, compagna di dolcino con il quale ha diviso sogni, speranze e vita, viene catturata e condotta nel carcere dove si troverà ad affrontare l’Inquisizione. Non è sola; il suo duro incontro con l’Inquisitore avviene alla presenza di singolari testimoni: il soldato che l’ha catturata e una donna imprigionata per averle offerto aiuto. Il carcere e i personaggi che vi si agitano diventano a poco a poco specchi e simboli di un mondo e di una società dove si scontrano odio e amore: dove la vendetta, la sopraffazione, la violenza fisica e psicologica hanno la meglio nei confronti della bellezza e purezza degli ideali di libertà. Come purtroppo è sempre avvenuto, come avviene ancora oggi… Il destino di margherita è segnato dal rogo, ma il fuoco può bruciare i corpi, non le idee ! Certo è che la forza interiore con la quale il suo personaggio, senza lasciarsi lusingare da nessuna forma di fama e ricchezza, difende fino all’estremo ciò in cui crede, ci dice qualcosa di grande sul valore della speranza che va al di là della morte.
Ma Margherita della Parete Calva vuole essere anche una riflessione sulla donna e la sua condizione, sulla violenza fisica e morale che è sempre stata costretta a subire, su quello che invece dovrebbe rappresentare, sulla sua profonda interiorità e la sua inesauribile capacità di offrire tutto di sé.
Informazioni:
www.trentinospettacoli.it
Evento segnalato da Stagione Teatrale / Brentonico