Accolta al suo debutto dal pubblico trentino con particolare favore, torna per la seconda edizione la rassegna musicale TRANSITI. Inserita nella programmazione artistica 2016/2017 del Centro Servizi Culturali S. Chiara, può essere definita una ricognizione fra i suoni dell’attualità alla ricerca di artisti che con la propria azione dimostrino l’inconsistenza culturale di barriere e linee di demarcazione. Il programma dei cinque concerti, che saranno ospitati al Teatro Sanbàpolis di Trento a partire da giovedì 3 novembre 2016, è stato illustrato oggi nel corso di una Conferenza Stampa dal direttore del CSC, Francesco Nardelli, e dal curatore della rassegna, Alberto Campo. Nel corso dell'incontro con i giornalisti Nardelli ha anche anticipato il programma della rassegna di danza verticale, anch'essa in programma nella struttura teatrale di Sanbàpolis, e ha annunciato un nuovo progetto musicale denominato “SanbaClub” che si aprirà l'11 novembre con il concerto del gruppo Zen Circus.
«Ai giorni nostri – ha esordito Alberto Campo – con l’aria che tira, l’idea stessa di mettere in discussione la nozione di “confine” è in sé, quasi paradossalmente, un atto rivoluzionario. In ambito musicale, oltre alle barriere geografiche, quel vocabolo allude alla separazione fra “colto” ed “extracolto”, ma anche alle divisioni, sovente artificiose, fra generi. Diciamo dunque che “Transiti” intende porsi programmaticamente tale obiettivo: rappresentare cioè lo stato della contemporaneità ignorando intenzionalmente steccati e linee di demarcazione.»
In quel modo è possibile intercettare, anzitutto, le musiche migranti, che – traversando il Mediterraneo – dall’Africa giungono in Europa e da qui si diffondono nel pianeta intero.
Ecco ad esempio i congolesi Mbongwana Star che dalle bidonville di Kinshasa hanno irradiato nel mondo un suono al tempo stesso radicato nella tradizione e vertiginosamente avveniristico. Del resto in lingala, l’idioma più diffuso nella capitale della Repubblica Democratica del Congo, l’espressione mbongwana equivale a “cambiamento”. Forza motrice dell’album edito due anni fa, From Kinshasa, è appunto un’attitudine innovativa che sottrae alle ipocrisie neocolonialiste dell’esotismo folcloristico ciò che produce la formazione guidata da Coco Ngambali e Theo Nsituvuidi, reduci entrambi dall’esperienza nella band di artisti di strada paraplegici chiamata Staff Benda Bilili. La miscela sonora ad altissimo potenziale innescata dal gruppo l’ha portato a esibirsi sui palchi di alcuni dei principali festival euroamericani: dal californiano “Coachella” al “Primavera Sound” di Barcellona, fino al celebre raduno inglese di Glastonbury.
Non meno rilevante, in termini di esposizione globale, è la figura di Indi Zahra, cantante e attrice originaria del Marocco cresciuta artisticamente a Parigi. Amalgamando con gusto scampoli del patrimonio musicale della cultura berbera a codici tipicamente “occidentali” (jazz, blues, soul e chanson française), ha impressionato all’esordio con Handmade, uscito nel 2010 per conto della prestigiosa etichetta discografica Blue Note, cui ha dato seguito lo scorso anno con l’altrettanto convincente Homeland, sollecitando via via ai commentatori lusinghiere analogie con Billie Holiday e Patti Smith.
A proposito di confini: per noi europei nulla era in quel senso più eloquente e simbolico del Muro di Berlino, all’ombra del quale ha preso forma l’estro irrequieto di Blixa Bargeld, fondatore degli Einstürzende Neubauten, leggendaria band rumorista che nel proprio nome – letteralmente: Nuovi Edifici in Rovina – condensava la natura intrinsecamente contraddittoria della capitale tedesca nell’era post bellica. Fra le relazioni da lui instaurate individualmente una delle più fruttuose lo vede agire da qualche tempo in coppia con il musicista friulano Teho Teardo. La partnership ha generato finora gli album Still Smiling, pubblicato nel 2013, e il recente Nerissimo, con relative tournée che hanno percorso in lungo e in largo il Vecchio Continente, spingendosi addirittura in Cina. Affiancati in concerto dalla violoncellista Marina Bertoni e dal clarinettista Gabriele Coen, i due mettono in scena uno spettacolo nel quale convergono l’umore espressionista di Bargeld e l’afflato evocativo delle composizioni di Teardo, apprezzato autore di colonne sonore per film come Denti di Gabriele Salvatores, L’amico di famiglia e Il divo di Paolo Sorrentino e Diaz di Daniele Vicari.
L’intreccio fra musica e cinema, già evidenziato durante l’edizione inaugurale, affiora in misura ancora maggiore nella nuova stagione di “Transiti”. In particolare, all’epilogo, con una produzione originale realizzata in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino e presentata in prima assoluta al teatro Sanbàpolis: la sonorizzazione di Genuine – pellicola del 1920 firmata dal regista tedesco Robert Wiene, sulla scia del classico Das Kabinet des Dr. Caligari – da parte di Alberto Ferrari, cantante, chitarrista e leader dei Verdena.
Sulla medesima lunghezza d’onda è sintonizzato l’appuntamento immediatamente precedente, che vedrà protagonisti i Massimo Volume, chiamati a musicare in presa diretta La caduta della casa Usher (girato nel 1928 dal cineasta francese Jean Epstein basandosi sull’omonimo racconto di Edgar Alla Poe). Fu affrontando quel compito che la formazione bolognese si ricompose nel 2008 su invito del festival torinese “Traffic”, proseguendo da allora l’attività sia sul piano discografico sia dal vivo. Nella circostanza, assieme al comune impegno “cinematografico”, saranno esposti il giorno precedente, in una serata concepita appositamente per “Transiti”, i progetti di cui sono a vario titolo responsabili i singoli componenti del gruppo: i chitarristi Egle Sommacal e Stefano Pilia, il “narratore” Emidio Clementi (Sorge) e la batterista Vittoria Burattini (Bemydelay).
La poesia acrobatica della danza verticale
Sarà anche quest'anno il Teatro Sanbàpolis a ospitare la mini-rassegna, organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara in collaborazione con CID – Centro Internazionale Danza e Festival Oriente Occidente, e dedicata ad una forma di spettacolo che sta trovando nel pubblico sempre maggiori consensi: la danza verticale.
Ad aprire il trittico di rappresentazioni sarà la Compagnie Retouramont diretta da Fabrice Guillot, artista con un passato da alpinista e un presente da coreografo, scenografo e ideatore di sorprendenti spettacoli aerei che sfidano la gravità. La drammaturgia dei suoi allestimenti si articola in base alle peculiarità dell’architettura e dei volumi degli spazi scenici che li ospitano, sviluppando riflessioni che mirano alla comprensione dei segni e dei materiali presenti nello spazio pubblico. Voluminosité è uno spettacolo che ci insegna che il passo tra scalare vette e danzare in aria creando volteggi mozzafiato è davvero breve. In questo spettacolo due danzatrici aeree di formazione circense, Francisca Alvarez e Cybille Soulier, danzano sospese su una grande scultura antropomorfa che, con l’evolversi della performance, si trasforma da oggetto inanimato in complice e rivale delle interpreti. E così il gioco dei volumi prende forma. Uno spettacolo pieno di magia e leggerezza che sfida le leggi della fisica con poesia.
Si può partire da una domanda per inquadrare il secondo degli spettacoli in cartellone: che cosa succederebbe se improvvisamente cambiassero le leggi della gravità? Surreale, divertente, sorprendente e toccante, Leo sfida e destabilizza i nostri sensi e la nostra percezione della realtà attraverso un’ingegnosa interazione di performance dal vivo e proiezioni video. E alla fine della rappresentazione il pubblico finirà per domandarsi quale sia il sopra e quale sia il sotto. Diretto dall’attore e regista canadese Daniel Brière, racconta il viaggio straordinario di un uomo ordinario, il cui mondo è fisicamente sconvolto.
Quando lo incontriamo per la prima volta, Leo è solo con la sua valigia ma più il tempo passa, più si rende conto che non tutto è quel che sembra. E sarà proprio quella valigia ad offrirgli un modo straordinario e del tutto inaspettato, lanciandolo in avventure sorprendenti attraverso mondi effimeri e immaginari. Fino a portarlo ad affrontare la più importante di tutte le sue avventure: la ricerca della libertà.
Concluderà la rassegna TiraVoL, uno spettacolo della Compagnie Daraomaï dove le acrobazie si fanno mezzo di espressione teatrale. Il duo franco-catalano formato da Agnes Fustagueras Puig e David Soubies trasporta il pubblico in un emozionante “universo sospeso” dove tutto naviga tra forza e fragilità. Al centro della scena, una struttura a prisma triangolare, un labirinto di ferro con il quale gli artisti giocano, ondeggiando e volteggiando in continuazione. E' così che, attraverso un autentico percorso iniziatico, si trovano ad affrontare le forze sconosciute dentro di sé. In questa ricerca di identità, ognuno affronta le proprie convinzioni e le proprie differenze, portando a galla la relazione con l’altro: un mistero insondabile. Ma TiraVoL è anche la storia di un viaggio, un incontro, un dialogo tra due culture, tra il lato nord e il lato sud di una sola montagna. Un inno alla diversità, una storia tra illusione e realtà. Uno spettacolo in cui il corpo e l’essere rivestono i ruoli principali.
La “musica indipendente” di «SanbaClub»
Grazie ad una collaborazione fra Centro Servizi Culturali S. Chiara e Fiabamusic il Teatro Sanbàpolis ospiterà nel corso della stagione artistica 2016/2017 alcuni concerti che avranno per protagonisti artisti che fanno riferimento al panorama nazionale della musica indipendente che, anche per ragione meramente logistiche, difficilmente riescono a trovare spazio sul territorio trentino.
Il primo appuntamento è fissato per venerdì 11 novembre 2016 con i ZEN CIRCUS. Ad aprite il concerto sarà il gruppo trentino del SUBCUTANEA, segnalatosi in occasione dell'edizione 2016 del concorso CMA – Centro Muisica Awards.
Il calendario delle singole date è disponibile nella scheda del Centro S. Chiara